martedì 25 febbraio 2014

La vertigine del Drago@Teatro Ambra alla Garbatella - Un vertiginoso sguardo oltre le barriere sociali

Psichedelico e di grande impatto emotivo: così potremmo definire “LA VERTIGINE DEL DRAGO”, il bel testo di Alessandra Mortelliti, messo in scena con la regia di Michele Riondino al Teatro Ambra alla Garbatella fino al 2 marzo.
Un giovane naziskin durante un agguato ad un campo rom riesce a rapire una giovane zingara zoppa ed epilettica ma rimane ferito. In attesa che l’ “Ordine” venga a prelevare la ragazza per chiedere un riscatto, i due giovani si ritrovano in un garage: dalla convivenza forzata emergeranno le differenze (solo apparentemente tante) fra due personaggi non convenzionali che troveranno anche il modo di salvarsi a vicenda.

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domenica 23 febbraio 2014

NEL NOME DI CHI: in bilico fra Teatro e Denuncia

Al Teatro Sala Umberto è in scena fino al 23 febbraio il testo di inchiesta “NEL NOME DI CHI ”, che affronta alcune delle più spinose questioni morali ed economiche in cui è stato coinvolto lo Stato Pontificio all'indomani dell’Unità di Italia.

In bilico fra teatro e denuncia, questo testo di Gabriele Guidi e Ennio Speranza ci guida in una realtà nascosta dietro le mura vaticane, dietro quelle mura della fede che non dovrebbero essere intaccate dagli scandali terreni né prestarsi ad attività illecite e che invece risultano macchiate da vicende di indubbio clamore, quali la pedofilia, gli oscuri affari dello IOR e il trafugamento fiscale dei beni appartenenti allo stato pontificio.

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mercoledì 19 febbraio 2014

Il tempo delle mele cotte!@Teatro de Servi: come mettere ordine alle pulsioni?

Brillante e pieno di humour, il testo di Gianni Clementi, per la regia di Vanessa Gasbarri, ci fa letteralmente entrare nelle vite di due romani di altri tempi, ma non così diversi da noi. Due figli del popolo sorpresi dalla Guerra e dalla Storia in un’atmosfera polverosa e imbarazzante che si presta ad equivoci e doppi sensi di ogni tipo, ed ad una critica sottesa sul rapporto fra umanità e castità e sulla fedeltà ai propri voti, matrimoniali o di fede che siano.

È infine significativa la scelta registica di far riordinare la scena caotica e sottosopra agli stessi attori: un dettaglio essenziale in quella logica di ricostruzione della propria credibilità e rispettabilità agli occhi del pubblico: mano a mano che i due amanti risistemano le suppellettili di scena, conferendo all'ambiente un aspetto “vivibile”, si riordinano anche le riflessioni personali di ognuno dei due sulla propria vita, si mette ordine a quei confusi pensieri sessual-sentimentali che legano i due attori, smarriti non solo per via del bombardamento ma anche per quella perdita di certezze e credibilità che entrambi recuperano sul finale, affidandosi ad uno dei più profondi e fondanti principi della società: la solidarietà umana e la comprensione delle reciproche debolezze, che riscattano e mutano le coscienze ed i modi di pensare, favorendo la “ricostruzione” di una nuova scala di valori, non appena la polvere dei conflitti interiori si è definitivamente posata.

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giovedì 13 febbraio 2014

PASOLINI A VILLA ADA@Teatro Tordinona: quei difficili Maestri

La figura di Pasolini non è facile da definire: ognuno ha “un suo Pasolini”, un’immagine ed un’opinione del grande autore legata o alle vicende di cronaca di cui è stato protagonista, o alla sua produzione artistica sfrontata e rivoluzionaria. Quello che ci regala lo spettacolo “PASOLINI A VILLA ADA” in scena al Teatro Tordinona fino al 23 febbraio è invece un ritratto inedito, personale e a tratti un po’ doloroso e nostalgico, che il poeta Giorgio Manacorda fa del suo grande Maestro (e suo scopritore in gioventù) nonché amico.
a recitazione di Festa è bassa e un po’ monocorde: tradisce emozione, la tradisce tutta, verso un testo che mette soggezione perché sulla scena, sebbene ci sia solo lui a piedi nudi, una panchina e qualche foglia sul pavimento, c’è una presenza ingombrante: quel Pasolini, richiamato incessantemente, quel Maestro severo che osserva senza parole l’allievo che cerca di crescere e che si sente inadeguato rispetto a lui.

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mercoledì 12 febbraio 2014

MENECMI@Teatro Parioli: Plauto in salsa napoletana

Si alza il sipario e nel lussuoso teatro Parioli De Filippo rivive ancora una volta la commedia MENECMI  del grande Plauto, riletta e reinterpretata in chiave napoletana da un sempre istrionico Tato Russo, in replica fino al 16 febbraio.

La vicenda si affida al tradizionale gioco plautino degli equivoci: due fratelli gemelli identici, divisi da piccoli si ritrovano per errore a Neapolis, e vengono confusi e scambiati l’uno per l’altro dai propri conoscenti, fino al riconoscimento finale agli occhi del vecchio padre. La commedia è alla base di molte opere successive, ripresa nello schema narrativo anche da Shakespeare per “La commedia degli errori” ed in parte per “La dodicesima notte”.
La performance di Tato Russo, a proprio agio in una delle moltissime repliche che negli anni regala al suo pubblico di affezionati, è una rilettura “napoletana” della commedia degli equivoci plautina: l’ambientazione, l’uso del dialetto, i personaggi vagamente rassomiglianti a quelli della commedia napoletana, suscitano l’applauso del pubblico e le risate - per niente a denti stretti - nonché qualche levata d’occhi al cielo per gli inevitabili scambi di persona,a volte ripetitivi, di cui sono vittime i due fratelli romani Menecmi, trapiantati a Neapolis.

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