giovedì 4 settembre 2014

CONDANNATO A MORTE @FontanonEstate: cronache di una tragedia moderna



Un’opera delicata e profonda sul tema della Pena di Morte (presente anche Amnesty International), per ricordare quanti nel mondo muoiono “in nome dello Sato” (così si sottolinea nello spettacolo”), sempre più spesso dietro atroci sofferenze. Un’opera che Gufetto ha scelto di recensire non solo per l'importanza della tematica della lotta alla Pena di Morte, da portare sempre all’attenzione della cronaca, ma anche per la sua sempreverde triste attualità.
Davanti ad uno dei panorami più belli della Città va dunque in scena l’atrocità umana: la condanna alla pena capitale di un uomo senza nome, quasi fosse un emblema di tutti i condannati a morte del mondo. Orazio Cerino da voce ai suoi pensieri, alle sue riflessioni e frustrazioni seguendo il dettato di Hugo, con il tradizionale ritmo incalzante della propria recitazione, sempre coinvolgente, spiritosa ma anche grave e frastornante, a tratti inquietante. Si resta un po’ colpiti come da mille pietre appuntite dalle parole di quest’opera che, ancora a distanza di secoli, resta attuale, profondamente sconvolgente. Ma ciò che convince sul palco sono le buone doti di un bravo attore come Orazio Cerino, lasciato solo con un testo molto delicato che è riuscito ad interpretare entrando e uscendo continuamente dalla figura del Condannato e dei suoi carcerieri, aguzzini, rappresenti legali ed esponenti delle istituzioni, riuscendo a modulare bene voce e recitazione, gesti ed espressività in una moltitudine di ruoli, e di introspezioni psicologiche molto diverse fra loro. Così come sono molteplici i pensieri di un uomo che sa di morire.


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mercoledì 30 luglio 2014

ROMEO E GIULIETTA@Globe Theatre: il mito a colpi di rap



Torna al Globe Theatre il classico “Romeo e Giulietta”, in scena fino al 3 agosto. Imperdibile per gli amanti del genere e incantevole nella cornice elisabettiana del Silvano Toti: questa rielaborazione di Gigi Proietti con la traduzione di Angelo Dallagiacoma si avvale di un cast di giovanissimi e talentuosi, fra i quali spicca senza dubbio Fausto Cabra nel ruolo di Mercuzio (divertentissimo) e Mimosa Campironi (raggiante) nel ruolo di Giulietta. Fausto Cabra dimostra estrosità e schiettezza, e si contrappone al Matteo Viganti che è un Romeo sognatore e romantico, che convince soprattutto nel secondo atto.

La trama viene affrontata con due chiavi di lettura: nel primo atto Romeo e Giulietta perdono l’aplomb seicentesco vestendo i panni moderni: Capuleti e Montecchi sono due band di Verona che si sfidano a colpi di rap e se le danno di santa ragione (buona l’intesa fra gli attori, atletici e pimpanti ma anche scanzonati e in grado di ricoprire un ruolo caratteriale, seppur minimo). Fra rime rap e selfie che farebbero storcere il naso ai puristi, si arriva alla festa in maschera colorata da musiche moderne (ma non troppo), dove Romeo e Giulietta si incontrano, si baciano e già si amano dietro una colonna, con quell’estrema irruenza che è propria dei giovani di ogni tempo.
Nel secondo atto la scena torna all’originale, e si torna a respirare quell’aria di ineluttabile romanticismo shakespeariano che non può essere negato né nascosto, dove Mimosa Campironi troneggia, splendida nella bellezza dell’incarnato, nella voce melodiosa, nell’aspetto tanto giovanile della Giulietta eterna adolescente che perde la testa per il ragazzo sbagliato. Sempre al centro di un fascio di luce angelica, la Giulietta di Mimosa Campironi è anche attratta dal sesso, senza perdere mai del tutto quell’aria virginea che le è propria, anche dopo la notte d’amore con Romeo. Una Giulietta classica che però nei primi atti è anche più ardita, senza però mai eccedere o contraddire troppo l’originale shakespeariano.
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sabato 19 luglio 2014

IL FU MATTIA PASCAL@PIRANDELLIANA 2014 - Pirandello all'Aventino, fra suggestioni letterarie e filosofiche.



Nella splendida cornice del Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio va in scena “Pirandelliana”, un evento giunto ormai alla XVI Edizione: quest’anno in scena “Il fu Mattia Pascal” dal 16 luglio ogni mercoledì, il venerdì e la domenica e “Il giuoco delle parti”, che verrà rappresentato il martedì, il giovedì e il sabato fino al 10 Agosto.


L’opera ha un suo brio rappresentativo interessante: in scena lo stesso Mattia Pascal, interpretato da Amici, che racconta, a ritroso, la sua vita incredibile, messa in scena dagli attori della Compagnia. Si racconta del matrimonio del Pascal, della sua presunta notizia di morte, della vincita al Casinò e del trasferimento a Roma sotto falso nome fino al ritorno a casa per riprendersi ciò che è suo. Il tutto intramezzato da spunti comici (divertenti gli scambi comici con Oliva Malagna, interpretata da una spassosa Antonella Arduini) che andrebbero forse maggiormente valorizzati.
Il riadattamento è curato dallo stesso Amici, mantiene il tono umoristico pirandelliano e solo a tratti si apre a spunti ironici con studiata precisione: resta piuttosto attento a non perdere le preziose divagazioni letterarie - filosofiche del testo originario, affidate quasi tutte allo stesso Amici, pagando, però, nel primo atto una certa lentezza, poi recuperata in alcuni passaggi comici successivi. Il secondo atto, invece è quello più interessante dove lo stesso Amici smette di narrare e partecipa alle vicende in prima persona, dando maggiore ritmo alle vicende rappresentate che qua e la potrebbero essere ridotte.
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venerdì 6 giugno 2014

UNA DONNA E IL SUO BAGAGLIO@Teatro Elettra: oltre i falsi moralismi

L’opera, messa in scena dalla Compagnia “Memorie future” con la regia di Danilo Canzanella, non è solo un omaggio al melò ma è densa di riferimenti alla letteratura e al cinema: diversi sono i richiami letterari - da Arthur Miller (il cui nome è diviso fra due personaggi in scena) passando per Tennesse Williams (suo un riferimento allo Zoo di vetro e “Tennesse” è anche il nome dell’amante del giovane Miller nella piéce) alla cui controversa storia personale si occhieggia discretamente.

 Fra i riferimenti cinematografici, a parte lo stesso Sirk, sono ravvisabili molte atmosfere che vagheggiano il crudele contesto sociale dell’America anni 50, tanto da far venire in mente “Lontano dal Paradiso” di Todd Haynes, dove il perbenismo della middle class americana si scontrava con il rancore ed il pettegolezzo distruttivo dell’altrui reputazione.

Particolarmente interessante è infatti la scelta drammaturgica di alternare sulla scena momenti del passato e del presente della vita dello scrittore, frammenti di vita che finiscono quasi per confondersi con la trama di “Passing Love”, la serie tv di successo ideata dallo stesso Miller e ispirata alla sua infanzia. Questo andirivieni nel tempo narrativo potrebbe forse fuorviare, ma è essenziale alla comprensione del testo, e molte sono le spiegazioni che vengono fornite per comprendere il dipanarsi della trama, sebbene l’uso continuo di metafore e similitudini e di dialoghi anche piuttosto lunghi e carichi di pathos, a volte portano fuori strada ostacolando, talvolta, la comprensione del tutto.

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sabato 31 maggio 2014

L COME ALICE@Teatro Studio Uno: i difficili giochi linguistici dell’Inconscio

Un testo surreale e difficile: potremmo sintetizzare così “L come Alice”, in scena fino al 1 giugno al Teatro Studio Uno. In realtà è molto di più: è un brillante tentativo di mescolare le suggestioni vittoriane del romanzo “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò ” di Lewis Carroll (nella rielaborazione che ne fece il commediografo Antonin Artaud), con la video arte, in una chiave davvero accattivante. Concettuosa a tratti e densa di richiami filosofici-linguistici al filosofo Deleuze, ma anche estremamente divertente.

Lo spettacolo, che non si affida ad una trama specifica, riprende le suggestioni del cosiddetto “Teatro della crudeltà” ideato da Artaud nel quale gesti, luci e musica e testo si fondono senza far prevalere la trama sul resto. La sceneggiatura richiama spesso i nonsense e gli acrostici e i giochi di parole di Carrol (“Da sogni avvinte, le giornate ormai trascorse da sogni avvinte, le estati sono scorse”). L’epoca vittoriana viene letta in una chiave steampunk, ovvero mescolando gli elementi ottocenteschi (a partire dagli abiti della protagonista, estremamente curati), all'arredamento e alle suppellettili, con tecnologie decisamente più moderne. Questa crasi è straniante, a tratti fuorviante ma è anche il punto nevralgico di questo spettacolo, quello più delicato.

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giovedì 22 maggio 2014

ROMEO AND JULIET POST SCRIPTUM@Teatro Orologio: l'Amore indissolubile stretto al polso

In questa versione, Romeo e Giulietta sono dunque vivi hanno deciso di fuggire insieme. Ma prima di partire, i due si smarriscono nelle proprie paure, quelle di due ragazzi contemporanei che un po’ non si trovano, un po’ si desiderano, un po’ vogliono fuggire da un contesto familiare soffocante, un po’ non hanno coraggio, ma si amano, questo sì e pure disperatamente.

Sono queste le premesse dell’opera di Annika Nyman, già presentata anche al Festival dei due Mondi di Spoleto nel 2013 e qui riadattata da Georgia Lepore che ha curato la traduzione del testo in modo attento e preciso, con un gran lavoro di cesello sui termini ed i significati originali. Sulla scena una vibrante Selene Gandini ed un affascinante Giovanni Anzaldo: emozionanti, incisivi, sperduti come due ragazzi di oggi che hanno a che fare con le pulsioni sessuali, con un difficile rapporto coi propri genitori, con la propria rabbia interiore. Con il bisogno di essere salvati dalle proprie paure e debolezze.

Essenziale in questo dialogo di quasi 50 minuti l’alchimia fra i due attori che si squadrano, si accusano, si spingono e si strattonano, infine sfogando sul pavimento - in uno dei momenti più rabbiosi e toccanti- quel disappunto per il fatto di non riuscire davvero a capirsi e salvarsi.

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domenica 18 maggio 2014

IL COLPEVOLE@ Teatro Studio Uno: un omaggio a Tornatore

Si tratta di un giallo godibile che ricalca liberamente l’opera di Tornatore "Una pura formalità" nella storia e nell'ambientazione e rispetta la grande teatralità del conflitto interiore del protagonista, che qui veste i panni di una donna, la profonda e sempre brava Sara Trainelli.

Presente un audiovisivo che proietta immagini legati agli scacchi, la cui simbologia è affine alle modalità di svolgimento dell’interrogatorio, in cui ognuno dei giocatori si arrocca sulle proprie posizioni difensive o di attacco. L’interrogatorio condotto dai due poliziotti è infatti duro e non risparmia anche contatti fisici piuttosto intensi (alcuni dei quali ci hanno fatto “soprassaltare”).

A fine spettacolo ci si chiede se è davvero “Facile uccidere e poi dimenticarsi” e se “le cose sgradevoli sono le più facili da dimenticare”. Certo è che la soluzione di questo intenso giallo sta nella riflessione di fondo su ciò che reale e ciò che non lo è, e sulla capacità dell’animo umano di arroccarsi in una propria realtà, spesso perdendo una drammatica partita a scacchi con la vita.
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venerdì 16 maggio 2014

QUESTO NON È PAESE@Teatro Spazio Uno: un noir sul lato oscuro dell'animo umano

Si tratta di un giallo ben scritto, non cervellotico ma nemmeno scontato: gradevole e dai profili tragicomici, dove ogni battuta ironica e disarmante del bravo Caprara basta a smorzare i toni cupi del noir conferendo loro una certa sarcasticità che non guasta affatto ma anzi dà spessore e pregio all’intera piéce.

All'interno dei primi atti si nota una certa ridondanza nelle metafore letterarie-sportive cui si abbandona il Maestro: una “nota alta” che suggerisce però allo spettatore diverse riflessioni sul mondo dello Sport come metafora di vita, dagli incredibili parallelismi con il mondo della Letteratura e della Poesia.
La Marlon, nel ruolo della fidanzata del giornalista, risulta conturbante anche senza volerlo, statuaria e bellissima si muove leggera sulla scena riempiendola di fascino, come un profumo che non va mai via. Ed è lei il perno involontario di tutto il giallo, la chiave per la via di fuga da un mondo corrotto, la speranza che le nuove generazioni non si lascino incantare dalle lusinghe del potere.

Ma non tutte le lusinghe del potere sono raccolte, ed è significativo che proprio una ragazza straniera e non italiana, lontana dai fasti nostrani e dal passato duro e nient’affatto felice, sia l’unica rappresentate di una rivolta autentica allo status quo, un moto di ribellione spontaneo ai poteri forti, un’intraprendenza che non è la stessa del suo fidanzato giornalista (anche lui affascinato dal successo e preda di facili idealismi.) ma la porta a scegliere la via più difficile, quella più estrema, per ristabilire l’Ordine e la giustizia sociale.

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venerdì 9 maggio 2014

THE WHITE ROOM@Teatro Tordinona: risate fra follia e solitudine

Si tratta di un’opera breve e divertente che lascia molte risate e qualche piccola lacrima nel volto dello spettatore che non si lascia troppo incantare dalle caricature difficili che l’attrice mette in scena.

Il titolo dello spettacolo fa riferimento ad una “white room”, una stanza pensata come un foglio bianco, realizzata inserendo sulla scena dei teli bianchi che disegnano le pareti ideali di una stanza dove prende vita l’estro creativo della Gramaglia, trasformista, comica, incisiva, quasi folle ed eppure terribilmente spassosa.

Quest’opera è infatti in bilico fra il riso e il pensiero. La Gramaglia interpreta dei personaggi che evidentemente le sussurrano delle emozioni contrastanti: le prime cinguettano teatralmente, gridano e si infuriano; l’ultima, Gelsomina, sussurra, è ripetitiva e tragica, come nella maschera felliniana.

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mercoledì 30 aprile 2014

SO TUTTO SULLE DONNE@Teatro Testaccio: un sorriso sulle tenere fragilità maschili


Al Teatro Testaccio va in scena fino al 18 maggio “So tutto sulle donne” una commedia di Marco Falaguasta, per la regia di Marco Fiorini, un’occasione per ridere e sorridere in compagnia di cinque giovani attori su ciò che gli uomini credono, spesso a torto, sulle donne.

Il testo diverte, e tanto, il pubblico del Teatro Testaccio che applaude a buon ragione: su quel palco si agitano tanti “noi stessi”, tanti “nostri amici” con cui abbiamo parlato fino a notte fonda almeno una volta nella vita e che ora ci troviamo qui rappresentati e un po’ sbeffeggiati. Il passo versol’immedesimazione e la risata facile è dunque breve. Tanto più se nelle debolezze e confusioni di questi adolescenti-uomini troviamo traccia di ciò che (ancora in parte) pensiamo sull’altro sesso.

sui cliché e i luoghi comuni derisi bonariamente, ruota tutto lo spettacolo che procede piacevolmente anche grazie ai quattro attori (Luca Latino, Flavio Moscatelli, Ezio Passacantilli, Andrea Carpiceci) ognuno dei quali dà prova di grande autoironia, buon uso del dialetto a fine comico; i quattro improvvisano persino qualche siparietto (a volte troppo prolungati) per spezzare la narrazione scenica che si svolge in un unico contesto spazio-temporale: la piazza, luogo di unione e condivisione dove l’amicizia maschile, la complicità e le confidenze sul sesso dominano la scena senza lasciare diritto di replica, fino allo sdegnato “ripudio” del mondo femminile.

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venerdì 25 aprile 2014

CON AMORE MARC E BELLA CHAGALL@Teatro Studio Uno: uno sguardo Luminoso ai Sogni nell’oscurità della Storia

Un’opera intensa e appassionata, potrebbe definirsi così “Con amore Marc e bella Chagall”, il testo scritto e diretto da Valentina D’Andrea, in scena fino al 27 aprile al Teatro Studio Uno. Si tratta di un’opera preziosa, che fa luce sulla vita del pittore ebreo bielorusso, naturalizzato francese, Marc Chagall e di sua moglie, un racconto d’amore immerso nella storia più crudele del novecento dove le due guerre mondiali, la rivoluzione russa e l’avvento del nazismo fanno da sfondo “rumoroso” ad un amore che si affianca, senza sovrapporsi, alla passione del pittore per la propria arte.

Completamente a loro agio sul piccolo palco del Teatro Studio Uno, Castano e D’Andrea commuovono e incantano con la semplicità pura di un amore delicato e difeso contro la Storia, mostrandosi come “due gocce nel mare, perdute nel Mondo”, una coppia inossidabile in cui ognuno dei due “porta sotto le scarpe la propria Terra, attaccata alle scarpe”, (un riferimento alle origini ebraiche della coppia) e si batte per quella Libertà espressiva, sentimentale e sociale messa alla prova dal trasecolare degli Eventi del novecento.

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sabato 19 aprile 2014

CICLOPI-TERRA DI NESSUNO@Teatro Abarico - La gabbia e l'inquinamento dell'Anima

E' andato in scena il 17 e 18 aprile al Teatro Abarico, nel cuore di San Lorenzo, Ciclopi – Terra di Nessuno per la regia di Paola Tarantino, uno spettacolo curioso e interessante e dalla forte connotazione di denuncia sociale e ambientale.

Le interpretazioni dei giovani attori Carolina Cametti, Massimiliano Frateschi, Emanuela Valiante, Fausto Morciano, sono piuttosto estremizzate e grottesche; i personaggi risultano fin troppo caratterizzati al punto di rendersi volutamente odiosi e nevrotici, fastidiosi e ripetitivi.
Eppure è quella la strada giusta rispetto al tema scelto e alla volontà registica di estremizzare una reale denuncia sociale: quella dell’inquinamento ambientale e culturale della nostra società che si rinchiude in se stessa, in Gabbie costruite appositamente per i propri componenti, i quali si infischiano degli altri e del mondo circostante al punto di non comprendere più i reali confini della realtà. 


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sabato 12 aprile 2014

NELLA CATTEDRALE@Teatro Spazio Uno: come guardare alla realtà?

Riccardo de Torrebruna, attore, autore e regista teatrale di lungo corso ci regala un prezioso riadattamento teatrale di “NELLA CATTEDRALE”, un racconto del grande scrittore Raymond Carver, all'interno della deliziosa cornice del Teatro Spazio Uno di Trastevere fino al 19 aprile. Sulla scena lo stesso Riccardo de Torrebruna, una sommessa Valentina Chico ed un pregiato Emilio Dino Conti.

La piéce è pressoché fedele al racconto originale: siamo in un contesto familiare piccolo borghese americano, moglie e marito in crisi ospitano per cena un professore cieco (amico di lei) che ha perso da poco la moglie. La donna e il professore sono uniti da lunga amicizia e da un ininterrotto scambio di confidenze attraverso dei nastri registrati; il marito diffida del vecchio insegnante e dei suoi sentimenti per sua moglie, ma durante la cena il suo modo di vedere le cose cambierà radicalmente.

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giovedì 3 aprile 2014

MEDEA@Teatro Eliseo: quell’amore infelice che rende crudeli

Maria Paiato, in scena al Teatro Eliseo fino al 17 aprile ci restituisce una “MEDEA” vibrante e rabbiosa, in una splendida reinterpretazione del furore del controverso personaggio appartenente alla grande tradizione classica greca.

Quello che va in scena al Teatro Eliseo è però una inquietante rilettura di Pierpaolo Sepe del mito (trasposto nella versione di Seneca): sul palco si dibatte una Maiato-Medea intensa e appassionata, portatrice di quel “furor” classico che porta alla perdita del senno, divisa com'è fra la rabbia per la propria condizione di straniera in terra straniera, abbandonata ingiustamente da suo marito Giasone e folle per quelle scelte sbagliate compiute in nome di un amore che, infine, l’ha tradita. E che sente quindi di dover punire, anche col sacrificio dei figli.

Sepe non ci mostra dunque solo Medea, ci mostra tutta la fragilità di un animo ferito, dove il “furor” vince sulla ragione, ma dove anche il più estremo dei sacrifici, quello dei figli, è combattuto, è contrastato, ci costringe a rinchiuderci in un dolore costellato di mille ripensamenti.

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venerdì 21 marzo 2014

Lunghe e romantiche le notti bianche@Casa delle Culture

Delizioso e ben recitato, il testo delle “LE NOTTI BIANCHE- ricordi di un sognatore” tratto dal romanzo breve del 1848 “Le notti bianche” di Fedor Dostoevskij, è in scena alla Casa delle Culture fino al 30 marzo.
Si tratta dell’opera del grande scrittore russo che meglio rivela quell'animo romantico e sognante indimenticabile reso anche da versioni cinematografiche di indubbio successo (quella di Visconti nel 1957 – Le notti bianche” con Mastroianni) e “Quattro notti” di un sognatore di Robert Bresson (1971).
È difficile rendere a teatro un testo così profondo e romantico senza sconfinare del patetico ma la regia di Capecelatro ci restituisce invece con ironia il ritratto di un uomo fragile che forse non appartiene più a questi tempi, ma che riferisce piuttosto a quella parte di noi uomini che si innamora perdutamente accettando anche la sconfitta. Il testo viene recitato con cura maniacale, con una ricca gamma espressiva che Capecelatro utilizza con fin troppa eccessiva bravura e con un pizzico di ironia, mentre Xhilda Lapardhaja incarna con leggerezza una visione d’amore astratta e capricciosa ma non insensibile e cieca, che si muove eterea su una panchina mobile con quel leggero accento “russo” che ci avvicina al contesto sociale di riferimento.
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giovedì 20 marzo 2014

SENZA STELLE@Teatro dei Conciatori: mai smettere di sognare

Ruota attorno alla dicotomia fra sogno e realtà ed al concetto di desiderio, l’opera originale “SENZA STELLE” di Andrea Ciommiento, in anteprima nazionale al Teatro dei Conciatori fino al 23 marzo.

Siamo di fronte ad un’opera che richiama elementi off e sperimentali (utilizzo di coreografie e tecniche recitative non canoniche, assenza di arredi di scena, affido alla recitazione evocativa e per immagini) che parte però da un testo drammaturgico di base: due fratelli si ritrovano alla morte del proprio padre: uno è scappato all'estero con la ragazza di un suo amico per fare il rivoluzionario, l’altro si è chiuso nel mondo della scrittura. Intorno a loro si accalca un gruppo di amici, in tutto sei ragazzi molto diversi, tutti a loro modo sognatori, emblema, ognuno per sé, di un diverso modo di vivere il rapporto con la realtà: c’è chi ha seguito l’onda rivoluzionaria, c’è la sensitiva, c’è chi si è arreso ad una vita dedita al lavoro dimenticando l’Amore (fuggito via) e le proprie aspirazioni.
...
Ed è proprio su quest’ultimo punto che, almeno negli occhi di chi scrive, è rimasta un’immagine indimenticabile, estremamente gioiosa e carica di senso: quella dei ragazzi tutti intorno ad un immaginario fuoco sulla spiaggia: una di loro, davanti ad una torta immaginaria, si sforza di esprimere il desiderio impossibile di conoscere dieci lingue diverse ed ecco che gli altri, tutti insieme, le suggeriscono diverse frasi: lei le ripete col sorriso sulle labbra e gli altri gliele ripetono fino a quando le luci si spengono, tenendo così acceso il desiderio di non smettere di sognare, mentre le note di"Budapest" di George Ezra chiudono lo spettacolo in un’immaginaria notte senza stelle, sussurrando ad una ipotetica ragazza con cui si vuole scappare via dalla realtà, le parole “But, for you, You, I’ d lose it all” - (Per te, solo per te perderei tutto)- anche il senso della realtà.

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mercoledì 12 marzo 2014

COLPO BASSO@Teatro de’ Servi: ultimo match con se stessi

Gianni Clementi, dopo il successo di “Il tempo delle mele cotte? ci regala un nuovo testo dal sapore popolare e spiritoso dal titolo “COLPO BASSO", ancora in scena al Teatro de’Servi fino al 23 marzo, interpretato dall'inedita coppia Ennio Coltorti- Jesus Emiliano Coltorti (padre e figlio) e con la partecipazione di un azzeccatissimo Germano Gentile.

La vicenda ruota attorno ad una palestra gestita da Cesare, allenatore, figlio del popolo un po’ traffichino e dedito all’organizzazione di incontri di boxe da cui ricavare qualche soldo insieme all’immigrato Yussuff, suo campione emergente. Un giorno si presenta alla sua porta il gracilino Giulio: vuole allenarsi anche lui ma dietro c’è di più.

Si tratta di un testo semplice e ben scritto, intelligente e a tratti riflessivo che si affida spesso al dialetto romanesco per la battuta comica e non rinuncia (sbeffeggiandoli) ai cliché legati al difficile rapporto fra immigrati e italiani (e qui Germano Gentile nei panni di Yussuff da prova di grande ironia, senza scendere nel ruolo “sottomesso” che la figura dell’immigrato riveste in altri contesti).

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domenica 9 marzo 2014

BIGLIETTI DA CAMERE SEPARATE@Teatro in Scatola: l'Amore su atlanti dai percorsi sbagliati

Al Teatro in Scatola va in scena un’opera sfrontata e allo stesso tempo preziosa e commovente, si tratta di “BIGLIETTI DA CAMERE SEPARATE " ispirato al romanzo “Camere separate” di Pier Vittorio Tondelli, una rilettura dell’indimenticato scrittore, resa dal regista teatrale e cinematografico Andrea Adriatico in una veste forte, spiazzante decisa ed originale.

Si tratta di un’opera studiatissima nei dettagli scenici, essenziali ed eppure tutti funzionali alla emersione del contenuto dell’opera di Tondelli, quella descrizione dell’amore omosessuale vissuto in “camere separate” dai due protagonisti, Leo e Thomas (di cui Leo non è altri che l’alter ego di Tondelli) proprio per la paura di viverlo. Da questo tema centrale derivano delleriflessioni, quasi annotate su “bigliettini” lasciate alla voce dei due giovani attori: riflessioni sulla solitudine dell’omosessualità vissuta quasi come “una ronda di notte”

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lunedì 3 marzo 2014

PERCHÉ NON CI LASCIANO GIOCARE CON LA TERRA?@Teatro Studio Uno: la passione comincia sempre con il dolore

Suggestivo ed emozionante, assolutamente da non perdere lo spettacolo “PERCHÉ NON CI LASCIANO GIOCARE CON LA TERRA?, portato in scena alTeatro Studio Uno fino al 9 marzo dalla Compagnia Arcandia delle 18 lune.
Il testo presentato è liberamente ispirato al romanzo “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza e a “La porta è aperta. Vita di Goliarda Sapienza” diGiovanna Providenti, ed intreccia il racconto della vita personale di Goliarda Sapienza, (scrittrice del secolo scorso non troppo conosciuta dal Grande pubblico) con la storia di Modesta, una delle protagoniste del suo romanzo autobiografico più noto e complesso.

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martedì 25 febbraio 2014

La vertigine del Drago@Teatro Ambra alla Garbatella - Un vertiginoso sguardo oltre le barriere sociali

Psichedelico e di grande impatto emotivo: così potremmo definire “LA VERTIGINE DEL DRAGO”, il bel testo di Alessandra Mortelliti, messo in scena con la regia di Michele Riondino al Teatro Ambra alla Garbatella fino al 2 marzo.
Un giovane naziskin durante un agguato ad un campo rom riesce a rapire una giovane zingara zoppa ed epilettica ma rimane ferito. In attesa che l’ “Ordine” venga a prelevare la ragazza per chiedere un riscatto, i due giovani si ritrovano in un garage: dalla convivenza forzata emergeranno le differenze (solo apparentemente tante) fra due personaggi non convenzionali che troveranno anche il modo di salvarsi a vicenda.

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domenica 23 febbraio 2014

NEL NOME DI CHI: in bilico fra Teatro e Denuncia

Al Teatro Sala Umberto è in scena fino al 23 febbraio il testo di inchiesta “NEL NOME DI CHI ”, che affronta alcune delle più spinose questioni morali ed economiche in cui è stato coinvolto lo Stato Pontificio all'indomani dell’Unità di Italia.

In bilico fra teatro e denuncia, questo testo di Gabriele Guidi e Ennio Speranza ci guida in una realtà nascosta dietro le mura vaticane, dietro quelle mura della fede che non dovrebbero essere intaccate dagli scandali terreni né prestarsi ad attività illecite e che invece risultano macchiate da vicende di indubbio clamore, quali la pedofilia, gli oscuri affari dello IOR e il trafugamento fiscale dei beni appartenenti allo stato pontificio.

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mercoledì 19 febbraio 2014

Il tempo delle mele cotte!@Teatro de Servi: come mettere ordine alle pulsioni?

Brillante e pieno di humour, il testo di Gianni Clementi, per la regia di Vanessa Gasbarri, ci fa letteralmente entrare nelle vite di due romani di altri tempi, ma non così diversi da noi. Due figli del popolo sorpresi dalla Guerra e dalla Storia in un’atmosfera polverosa e imbarazzante che si presta ad equivoci e doppi sensi di ogni tipo, ed ad una critica sottesa sul rapporto fra umanità e castità e sulla fedeltà ai propri voti, matrimoniali o di fede che siano.

È infine significativa la scelta registica di far riordinare la scena caotica e sottosopra agli stessi attori: un dettaglio essenziale in quella logica di ricostruzione della propria credibilità e rispettabilità agli occhi del pubblico: mano a mano che i due amanti risistemano le suppellettili di scena, conferendo all'ambiente un aspetto “vivibile”, si riordinano anche le riflessioni personali di ognuno dei due sulla propria vita, si mette ordine a quei confusi pensieri sessual-sentimentali che legano i due attori, smarriti non solo per via del bombardamento ma anche per quella perdita di certezze e credibilità che entrambi recuperano sul finale, affidandosi ad uno dei più profondi e fondanti principi della società: la solidarietà umana e la comprensione delle reciproche debolezze, che riscattano e mutano le coscienze ed i modi di pensare, favorendo la “ricostruzione” di una nuova scala di valori, non appena la polvere dei conflitti interiori si è definitivamente posata.

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giovedì 13 febbraio 2014

PASOLINI A VILLA ADA@Teatro Tordinona: quei difficili Maestri

La figura di Pasolini non è facile da definire: ognuno ha “un suo Pasolini”, un’immagine ed un’opinione del grande autore legata o alle vicende di cronaca di cui è stato protagonista, o alla sua produzione artistica sfrontata e rivoluzionaria. Quello che ci regala lo spettacolo “PASOLINI A VILLA ADA” in scena al Teatro Tordinona fino al 23 febbraio è invece un ritratto inedito, personale e a tratti un po’ doloroso e nostalgico, che il poeta Giorgio Manacorda fa del suo grande Maestro (e suo scopritore in gioventù) nonché amico.
a recitazione di Festa è bassa e un po’ monocorde: tradisce emozione, la tradisce tutta, verso un testo che mette soggezione perché sulla scena, sebbene ci sia solo lui a piedi nudi, una panchina e qualche foglia sul pavimento, c’è una presenza ingombrante: quel Pasolini, richiamato incessantemente, quel Maestro severo che osserva senza parole l’allievo che cerca di crescere e che si sente inadeguato rispetto a lui.

Leggi la recensione compelta

mercoledì 12 febbraio 2014

MENECMI@Teatro Parioli: Plauto in salsa napoletana

Si alza il sipario e nel lussuoso teatro Parioli De Filippo rivive ancora una volta la commedia MENECMI  del grande Plauto, riletta e reinterpretata in chiave napoletana da un sempre istrionico Tato Russo, in replica fino al 16 febbraio.

La vicenda si affida al tradizionale gioco plautino degli equivoci: due fratelli gemelli identici, divisi da piccoli si ritrovano per errore a Neapolis, e vengono confusi e scambiati l’uno per l’altro dai propri conoscenti, fino al riconoscimento finale agli occhi del vecchio padre. La commedia è alla base di molte opere successive, ripresa nello schema narrativo anche da Shakespeare per “La commedia degli errori” ed in parte per “La dodicesima notte”.
La performance di Tato Russo, a proprio agio in una delle moltissime repliche che negli anni regala al suo pubblico di affezionati, è una rilettura “napoletana” della commedia degli equivoci plautina: l’ambientazione, l’uso del dialetto, i personaggi vagamente rassomiglianti a quelli della commedia napoletana, suscitano l’applauso del pubblico e le risate - per niente a denti stretti - nonché qualche levata d’occhi al cielo per gli inevitabili scambi di persona,a volte ripetitivi, di cui sono vittime i due fratelli romani Menecmi, trapiantati a Neapolis.

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sabato 18 gennaio 2014

LOVE LETTERS@Teatro Ghione: un viaggio d’amore a parole

È toccante e appassionata la lettura del testo “Love Letters” di A.R. Gurney portata in scena al Teatro Ghione fino al 26 gennaio, con la regia di Guido Governale e Veruska Rossi.

Paolo Ferrari e Valeria Valeri ci accompagnano con voce bassa e penetrante nei pensieri d’amore di due giovani ragazzi americani del secolo scorso, un viaggio nell’America di fine 900, un amore che parte dall’infanzia, quando Melissa ed Andy cominciano a scriversi bigliettini in classe e che termina all’inizio della vecchiaia. Sul palco anche i bambini della Compagnia Piccoli per Caso (prima compagnia di bambini-attori professionisti in Italia) che interpretano i due ragazzi all’inizio della fitta corrispondenza che li legherà negli anni. 

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domenica 12 gennaio 2014

SIMON MAGO@Casa delle Culture: il difficile conflitto fra verità e menzogna

Suggestivo il “Simon Mago” messo in scena l’11 e 12 gennaio alla Casa delle Culture, tratto da un adattamento dell’omonimo romanzo di Jean Claude Carriere, che riflette sul complesso rapporto fra magia e spiritualità.

Siamo nella Palestina ai tempi di Gesù: Simon Mago è un predicatore (e di esso testimonia anche la Bibbia negli Atti degli Apostoli) che si fa chiamare “Potenza di Dio”, realizza miracoli (più o meno credibili) e raccoglie una certa frotta di fedeli fra gli ignoranti dei poveri villaggi di Samaria. Fra riti mistici e orgiastici e l’amore per la bella Helena una prostituta di Tiro, la sua fama vivrà alti e bassi fino all'arrivo di Gesù, che ne oscurerà il prestigio e ne metterà in dubbio la reale forza magica.

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