La difficoltà dei testi di Campanile sta proprio nell'interpretare quella surreale ironia che connota l'opera letteraria di un autore spesso non capito nel suo umorismo spietato, che illumina e allo stesso tempo denigra personaggi, professioni, modi di pensare; insomma un mondo, quello degli anni fra le due guerre, che sembra non esistere più.
Uno stile privo di doppi sensi sessuali e gergalismi, ed invece colmo di parole d'altri tempi che appartengono ad un mondo solo apparentemente lontano, che invece è ancora vivo e schiavo di quelle storture e di quei lati tragicomici, quali la bramosia di potere, l'incapacità di espressione, la smania di perfezionismo che affliggono, ora forse più di allora, la società moderna.
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