Lo vediamo gridare per l'incapacità di superare i propri limiti, assistiamo alla sua tragicomica incapacità di comprendere i messaggi di una divinità che gli parla attraverso una luce tremula, ci dispiaciamo della sua estrema solitudine che lo spinge a negarsi al telefono con un'operatrice che cerca di vendergli qualcosa che non gli interessa, ovvero il contatto umano.
L'attore da il meglio col camuffamento nell'eroe immaginario usato per fronteggiare la realtà: una regressione fallimentare perché la vita è fuori, oltre le nostre paure, è un ombra minacciosa che si allunga sulla scena fino a lambire l'uomo che dice di vivere cinque minuti avanti per non vivere nel presente che gli fa così paura.
La mia recensione completa su:
http://www.gufetto.it/teatro/teatro-recensioni/2342-picu-io-sono-leroeteatro-sala-uno-roma.html
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